Perugia: conclusa la Visita pastorale del cardinale Gualtiero Bassetti alle comunità parrocchiali delle Unità della VI Zona pastorale dell’Archidiocesi. Il porporato ha esortato i fedeli a «camminare insieme», ad «essere uniti» e a «superare del tutto i campanilismi»
«La Visita pastorale è il momento culminante del mio essere pastore nell’annunciare il Vangelo alle nostre comunità parrocchiali. Riflettere con voi di quanto è emerso da quest’esperienza che mi ha portato ad incontrare tante persone che rendono vitale una delle zone più suggestive dell’Umbria, il comprensorio del lago Trasimeno, mi riempie di gioia e di speranza. Sono rimasto colpito dagli incontri con le scuole, ad iniziare da quelle dell’infanzia, con il mondo del lavoro, come la realtà dei pescatori del lago, con le Istituzioni civili e con i malati, i disabili e gli anziani». Così, in sintesi, il cardinale Gualtiero Bassetti all’incontro conclusivo della Visita pastorale alle comunità parrocchiali delle tre Unità che costituiscono la VI Zona pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, tenutosi nella serata del 22 giugno nella chiesa di San Giovanni Battista in Magione ed apertosi con la preghiera del Vespro guidata dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti insieme a mons. Guerriero Stefano Orsini, vicario episcopale della VI Zona, e ad altri parroci. La chiesa parrocchiale di Magione è tra quelle del territorio perugino con più affreschi del noto artista futurista Gerardo Dottori, ma a richiamare l’attenzione di fedeli e visitatori è anche il grande baule in legno collocato pochi metri dopo l’ingresso (lato destro) con dipinta la frase “chi dona al povero non impoverisce”, contenente prodotti alimentari che i parrocchiani donano alle famiglie più bisognose.
Proprio la realizzazione delle opere di carità a livello territoriale è stato uno degli argomenti trattati in ciascuna delle “lettere-documenti” redatte dal cardinale Bassetti insieme a mons. Giulietti rivolte alle comunità parrocchiali delle tre Unità pastorali. «Dal punto di vista della carità – scrive il cardinale –, è opportuno pensare ad organizzare una Caritas interparrocchiale, individuando un luogo che possa servire da punto di riferimento per l’intero territorio e organizzando attorno ad esso volontari di tutte le comunità, per l’ascolto-gestione dei servizi che sarà possibile attivare».
La VI Zona pastorale ha un vasto territorio, con oltre 30mila abitanti, che va oltre i comuni di Magione, Passignano e Tuoro sul Trasimeno, inglobando parrocchie dei comuni di Corciano e Umbertide, con una numerosa presenza di cittadini extracomunitari alcuni dei quali con lo “status di rifugiato”. Al riguardo il cardinale si è detto compiaciuto nel notare, nel corso della Visita, quanto «questi immigrati familiarizzano con la nostra gente» e sono anche «risorsa sociale, oltre che demografica, per le nostre comunità locali».
Tornando al contenuto delle “lettere-documenti”, il porporato ha precisato che «al centro di ognuna c’è la “conversione pastorale” tanto auspicata da papa Francesco». Si tratta di «cambiare mentalità», di dare vita ad una «maggiore comunione tra le comunità di fedeli», di «superare del tutto i campanilismi». In merito a questo delicato aspetto ha aggiunto: «Mi pare ci siano ancora forti resistenze al cammino comune, soprattutto quando esso esige di fare scelte che vanno a toccare il “modus vivendi” pastorale e liturgico dei diversi paesi. La resistenza mostrata da alcune famiglie e da alcuni catechisti nei confronti della celebrazione comunitaria della Confermazione (il sacramento della Cresima, n.d.r.) – episodio isolato, ma eloquente -, ha fornito la misura di tale difficoltà». Anche «sul versante dell’evangelizzazione – ha commentato il cardinale –, ho constatato la scarsità di proposte formulate per giovani, adulti e famiglie». E nell’ambito della «comunicazione» ha consigliato di non limitarsi alla redazione di fogli-bollettini scollegati tra parrocchie, ma di dar vita a strumenti interparrocchiali (d’Unità pastorale), come i siti Internet e le pubblicazioni periodiche; insomma unire idee e risorse. Il porporato ha esortato «a lavorare insieme» anche «i Consigli parrocchiali per gli affari economici, pur mantenendo la legittima autonomia, per affrontare nell’orizzonte dell’Unità pastorale la gestione del patrimonio immobiliare, tenendo presente che nel corso della Visita si è potuta rilevare, ad esempio, la carenza di spazi pastorali adeguati».
Durante la Visita non si sono colte solo “criticità”. «La puntuale e corale partecipazione ai diversi momenti – ha sottolineato il cardinale – mi ha dato modo di apprezzare la cordialità delle vostre relazioni e il sostegno che vi offrite a vicenda», sia tra presbiteri e consacrati che tra fedeli. «La fraternità che vi unisce – ha aggiunto – è per tutti un segno importante della volontà e della possibilità di camminare insieme». C’è bisogno di realizzare progressivamente «quella “pastorale integrata” che costituisce la ragione prima dell’Unità pastorale».
Altro aspetto positivo e da valorizzare, che è emerso dalla Visita «è quello della Pastorale del turismo per la presenza di un numero assai rilevante di villeggianti nel periodo estivo», ha evidenziato il cardinale nell’incoraggiare «ogni forma di collaborazione tra parrocchie, istituzioni e operatori turistici per la valorizzazione del patrimonio storico artistico della nostra comunità cristiana, mantenendo le chiese aperte e offrendo il servizio di “guide” spiritualmente preparate». Ha proposto di celebrare le S. Messe «anche nei maggiori camping, magari proclamando in lingua straniera qualche lettura e valorizzando canti plurilingue o in latino», oltre a diffondere nelle strutture turistiche volantini e locandine con gli orari delle S. Messe feriali e festive delle chiese dell’Unità pastorale.
Nelle “lettere-documenti” si affronta anche il non secondario aspetto dei “nuovi confini” tra Unità pastorali e parrocchie e l’annuncio di future unificazioni canoniche e civili di queste ultime. Significativo è quanto ha scritto il cardinale nel documento relativo all’Unità pastorale di Passignano-Tuoro sul Trasimeno, comunicando che «dopo la Visita sono stati avviati contatti ufficiali con la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, per rivedere i confini della Parrocchia di Borghetto di Tuoro, estendendoli a nord fino alla quattro corsie e ad ovest fino alla linea ferroviaria. Anche la zona detta “Badiaccia”, attualmente appartenente al territorio della Parrocchia di Piana (Castiglione del Lago – VII Zona pastorale, n.d.r.), verrà assegnata a Borghetto, in modo che la comunità parrocchiale comprenda tutto il paese».
Il porporato ha auspicato che la Visita «abbia fatto apprezzare la nuova realtà dell’Unità pastorale come un’opportunità per dare più vita alle comunità, anche piccole … Ci attende un impegnativo cammino – ha concluso –, tutto teso a unire le forze per dar vita sul territorio a una presenza di Chiesa più ricca e più efficace nell’annunciare il Vangelo. Le molte persone profondamente credenti e sinceramente impegnate che ho potuto incontrare nel corso della Visita, fanno sperare che le vostre parrocchie saranno all’altezza di rispondere a tale esigenza».