Con la S. Messa delle Ceneri iniziati gli incontri con il mondo universitario nell’ambito della Visita pastorale del cardinale Gualtiero Bassetti

«La Visita pastorale che sto compiendo è per me un momento di grazia particolare e in questo contesto riservo particolare attenzione a quei settori della vita degli uomini che sono molto importanti come il mondo del lavoro, della salute, della cultura e dell’immigrazione. Sono contento che in questo periodo, questa attenzione particolare è rivolta al mondo dell’Università, perché è una risorsa stupenda. La realtà delle due Università che abbiamo in Perugia (l’Università degli Studi e l’Università per Stranieri, n.d.r.), l’ho ribadito più volte, insieme al Conservatorio musicale e all’Accademia di Belle Arti e alle tante Scuole, sono fucine di formazione umana soprattutto per i giovani e come Pastore mi stanno particolarmente a cuore». A dirlo è stato il cardinale Gualtiero Bassetti all’inizio della sua omelia della S. Messa delle Ceneri, mercoledì 5 marzo, in una gremita chiesa dell’Università in Perugia.
La celebrazione eucaristica è stata occasione di inizio degli incontri con il mondo universitario nell’ambito della Visita pastorale del cardinale alla sua comunità diocesana. La tradizionale celebrazione del Mercoledì delle Ceneri degli universitari, che ha visto la partecipazione di una nutrita rappresentanza sia del corpo accademico (c’erano il rettore della Stranieri Giovanni Paciullo e il prorettore dell’Università degli Studi Fabrizio Figorilli) che del personale tecnico-amministrativo dei due Atenei e di centinaia di studenti, è stata concelebrata da alcuni sacerdoti e religiosi tra i quali mons. Elio Bromuri, vicario episcopale per la cultura e cappellano della chiesa dell’Università, don Riccardo Pascolini e padre Paolo Zampolini, rispettivamente direttore e vice direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale universitaria.
Il cardinale Bassetti ha proseguito l’omelia offrendo alcune riflessioni sul messaggio quaresimale di Papa Francesco e, soffermandosi sul «tempo forte dell’anno liturgico che è la Quaresima», ha invitato i fedeli «a vivere questi quaranta giorni che ci separano dalla Pasqua con maggiore raccoglimento spirituale, con più sobrietà e venendo incontro alle necessità di fratelli in difficoltà. E’ nel volto dei fratelli che Papa Francesco definisce “carne di Cristo” che si incarna il volto sofferente del Salvatore, che ha offerto se stesso in sacrificio sul legno benedetto della croce. Dobbiamo imitare quello che ci suggerisce il Padre che sta nei Cieli, che “da ricco che era – ci ricorda san Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi -, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà”. Si è fatto povero; è sceso in mezzo a noi, si è fatto vicino a ciascuno di noi, si è spogliato, “svuotato di se stesso”, dice Paolo nella Lettera ai Filippesi, per rendersi in tutto simile a noi e si è sacrificato, fino in fondo, per amore! L’amore rende simili, crea uguaglianza, desiderio di prossimità e non esita a sacrificarsi per le creature amate. E Dio ha fatto tutto questo per noi. Nascendo dalla Vergine, si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorché nel peccato. E’ questa la via che lui ha scelto per salvarci, per consolarci; per liberarci dei nostri peccati: la via della condivisione».
Il presule ha anche ricordato che «Gesù è il Buon Samaritano che si avvicina a quel povero uomo, lasciato mezzo morto sul ciglio della strada. E così può dire a noi “anche tu comportati allo stesso modo con il tuo prossimo!”. Ad imitazione del nostro maestro noi siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle come fece il samaritano e farcene carico e ad operare concretamente per alleviarle. Tanti oggi, in ogni parte del mondo vivono in una maniera non degna delle persone umane: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di crescita umana e culturale. Allora dobbiamo mettere tutto il nostro impegno perché nel mondo cessino tutte le cause dell’origine delle miserie. Se per una parte dell’umanità il potere, il lusso, il denaro diventano idoli, l’altra parte della stessa umanità sarà irrimediabilmente condannata. Ma non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie, anche tra noi sono nell’angoscia perché qualcuno dei suoi membri – i più giovani sono maggiormente a rischio – è soggiogato all’alcool, alla droga, al gioco, alla pornografia. Quante persone, purtroppo, hanno smarrito il senso della vita, hanno perso la speranza e sono prive di prospettive per il futuro! E quante persone, soprattutto ai nostri giorni, soffrono per la mancanza di lavoro “che priva della dignità di poter portare il pane a casa!”».
Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha offerto un’ulteriore riflessione sulla Quaresima, che è «tempo benedetto, di conversione, di preghiera intima e di ascolto assiduo della Parola di Dio», perché ci esorta a «rientrare in noi stessi. E’ un tempo adatto per un po’ di spogliazione e ci farà molto bene domandarci di quali cose occorre privarci. Ricordiamo che la vera spogliazione costa. Non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Dice Papa Francesco: “diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”».
Terminata la S. Messa, il presule ha incontrato i membri della Consulta diocesana universitaria alla presenza del prorettore Figorilli; organismo pastorale formato da studenti, docenti e personale amministrativo. Ogni membro si è presentato sottolineando il ruolo e la regione di provenienza e non pochi sono gli studenti fuori sede. Proprio loro saranno i protagonisti del prossimo incontro con il cardinale Bassetti, in calendario domenica 9 marzo (dalle ore 19 alle 23), presso la chiesa di Sant’Andrea in Porta Santa Susanna. Prima di questo appuntamento, il porporato parteciperà venerdì 7 marzo, alle 9.30, all’apertura ufficiale dell’Anno accademico dell’Università per Stranieri. Il cardinale, nel salutare i membri della Consulta universitaria, ha detto loro: «all’Università si viene per imparare ed io vengo per ascoltare. Mi metto a vostra disposizione per venire incontro alle vostre necessità e in qualche modo spero di potervi aiutare».