Perugia: il Primo Maggio del cardinale Gualtiero Bassetti riflettendo, in Visita pastorale, sul lavoro
Nella parrocchia di periferia di Castiglione della Valle, dove il primo maggio ha iniziato la Visita pastorale alle popolazioni delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, vice presidente della Cei, si è soffermato sul significato della Festa dei lavoratori incentrando la sua riflessione sulla difficile situazione che viviamo e sul lavoro che non c’è. Il presule l’ha fatto parlando con molta franchezza e aprendo il cuore delle persone richiamando, nel citare il testo degli Atti degli Apostoli, i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà alla solidarietà e alla condivisione, «perché in questi momenti, ancor più che in altri – ha detto il cardinale Bassetti – hanno valore quelle parole che dicono: “mettevano insieme i loro beni”. E’ la condivisione dei beni spirituali, che implica anche quella dei beni materiali». Questo concetto il presule l’ha esemplificato raccontando un episodio della sua vita riaffiorato alla mente qualche giorno dopo Pasqua, quando si trovava nei suoi luoghi di origine, a Marradi, in provincia di Firenze. Dopo tantissimi anni ha rincontrato la sua balia novantenne, «quella donna – ha raccontato – ha condiviso il suo latte, che dava al suo bambino, nel darlo anche a me permettendomi di vivere. Questa condivisione l’ho sperimentata durante la guerra, quando c’era poco e se non si fosse messo in comune quel poco che avevamo, come dicono gli Atti degli Apostoli, difficilmente oggi saremo qui».
Il cardinale ha colto la ricorrenza del Primo Maggio per rilanciare la sua proposta: «questa mentalità di solidarietà e di condivisione penetri nel mondo del lavoro». Ma ha fatto anche un appello: «ci sia condivisione negli stipendi, affinché chi prende di più, per un motivo etico e di fraternità, si adatti anche a ricevere meno in questo momento. E’ un discorso che faccio anche a tutta la Curia, perché per distribuire le risorse che possediamo non abbiamo altro metro che gli Atti degli Apostoli. Ma anche la società civile non può prescindere dagli Atti degli Apostoli: “mettevano insieme i loro beni”. E questo diventa un modo concreto per affrontare la crisi. Quando il Vangelo dice: “il superfluo datelo ai poveri”, non vuol dire quello che avanza, le briciole: è ciò che sta sulla tavola che va condiviso con gli altri. Questo significa “superfluo”, soprattutto nell’etica e nel comportamento cristiano».
I temi su cui il cardinale Bassetti ha insistito sono profondamente legati all’occupazione e alla solidarietà: «il lavoro non è soltanto un fatto economico – ha detto avviandosi alla conclusione –, ma diventa anche un fatto di comunicazione. Pensiamo alla Famiglia di Nazareth, a Giuseppe e a Gesù, che sono operai, lavoratori e non soltanto guadagnano il pane, ma con le loro mani contribuiscono a creare tutta una serie di rapporti con gli altri. Il lavoro è relazione, comunicazione anche sul piano dei rapporti umani e non è soltanto una doverosa retribuzione economica. Mancando il lavoro viene a mancare una dimensione essenziale a quella che è la vita dell’uomo e anche ai suoi rapporti con gli altri, fino al punto che l’uomo non può metter su famiglia. Su questi temi occorre ritornarci, insistere e dire ai credenti di attuarli, perché è il Vangelo».